S.I.P.S. Società Italiana Prosegugio "Luigi Zacchetti"

Ad Maiora!

Si invitano i comitati organizzatori delle prove SIPS a prendere atto che per le tutte le prove per cani da seguita  non  si puo’  procedere  alle iscrizioni su invito. L’accesso a tutte le nostre manifestazioni è libero e sono previste solamente le iscrizioni in ordine temporale.

Cordialmente.

La segreteria SIPS

Grazie Cacciatori, avete scritto con la Vostra presenza la più bella pagina della storia della nostra categoria.

In DIECIMILA avete sfilato fieri ed orgogliosi di essere cacciatori.

A Bergamo si è voltato pagina, mai più giochi di rimessa o politiche venatorie di retroguardia ma una concreta e decisa rivendicazione dei nostri diritti.

Un colpo d’occhio impressionante vedere sfilare una marea di cacciatori ordinata e civile , con i propri vessilli e bandiere al vento,  manifestare il senso di appartenenza, il legame con il territorio, il rispetto per la natura e l’ambiente. Per un giorno a fare notizia non sono stati gli animalambientalisti  anticaccia ma gli onesti  cittadini cacciatori italiani.

E’ stata una festa per  tutti i partecipanti, molti convenuti con la famiglia e numerose anche le “Diane Cacciatrici”, tre di loro hanno avuto l’onore di portare lo striscione che ha aperto la sfilata nel quale era riportata la scritta “ ORGOGLIOSI DI ESSERE CACCIATORI”.  Molti dei partecipanti hanno portato con sé i loro cani, presente anche il  Mondo Agricolo che ha sfilato con i trattori, suggellando il legame tra mondo venatorio e la Civiltà Rurale. Due in particolare i messaggi forti e chiari che sono usciti dal comizio che ha concluso la manifestazione :  L’Unità Associativa Nazionale e l’Alleanza da raggiungere con gli Agricoltori e Allevatori Italiani. Solo facendo rete e squadra con queste realtà si può guardare con fiducia al futuro della nostra passione.

Con Noi c’erano gli armieri della Valtrompia ed i fabbricanti di munizioni unitamente a rappresentanti dell’indotto venatorio. A candidarsi per il 2015 ad ospitare la “Giornata Nazionale dell’Orgoglio Venatorio” è la città di Vicenza. Questa giornata deve diventare un appuntamento fisso degli appassionati di Diana e deve trovare candidature nelle città di tutta Italia.  Il Comitato Organizzatore si congratula con le Forze dell’Ordine che hanno consentito il tranquillo svolgimento dell’ iniziativa, provvedendo a  sedare il tentativo   di un gruppuscolo di sedicenti “animalisti” di strumentalizzare la pacifica e civile manifestazione.

W la Caccia e tutti i cacciatori Italiani a qualunque Associazione essi  appartengano: uniti si vince.

IL COMITATO ORGANIZZATORE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELL’ORGOGLIO VENATORIO

Bergamo 19 Maggio 2014

Il Comitato Organizzatore della Giornata dell'Orgoglio Venatorio vi richiede di dare adesione e di intervenire, invitando contestualmente i Vostri iscritti a partecipare alla manifestazione che si terrà a Bergamo Domenica 18 Maggio 2014 con inizio alle ore 14,30.

Scopi e finalità di quest'iniziativa son ben definiti nel volantino ufficiale, nei due Comunicati Stampa da noi diramati che alleghiamo ed ai successivi che seguiranno, nonchè alla Conferenza Stampa di presentazione ufficiale della Manifestazione che si terrà Lunedì 5 Maggio a Bergamo

ALLE ORE 11.00 PRESSO IL CRISTALLO PALACE A BERGAMO.

Contiamo sul Vostro Appoggio, sulla Vostra adesione al Comitato Organizzatore, ma soprattutto sulla Vostra personale partecipazione alla nostra iniziativa che vuole esser anche un atto ed un passo concreto, un'operazione volta a quell'Unità del Mondo Rurale e Venatorio auspicata da tutti i cacciatori.

Tutti Orgogliosi di essere Cacciatori!

A nome e per conto del Comitato Organizzatore della Giornata dell'ORGOGLIO  VENATORIO.

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Volantino

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Comunicato 8 Aprile

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Comunicato 11 Aprile

 

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L’attacco sferrato in questi ultimi anni dall’onda animalista si è trasformato pian piano in una vera e propria battaglia culturale che abbraccia per intero la sfera esistenziale dell’uomo. Ciò che molto timidamente, e per certi versi giusto, nasceva negli anni 70 come opposizione allo stile di vita dell’uomo moderno e si muoveva nella direzione di un attacco nei confronti di alcune attività umane, si è ora riversato in tutta la sua essenza nei riguardi di qualsiasi categoria che ha approcci diretti con gli animali. Non esiste per l’ideologia animalista una scaletta di priorità di categorie da combattere: chi caccia non è meno “assassino” di colui che pesca, alleva, sperimenta scientificamente, usa animali per il circo, si ciba di loro, li detiene per qualsiasi motivo in maniera differente dalla loro natura. Ora il distacco imposto dall’ideologia animalista tra uomo ed animali si profila nettamente e prende la forma di una battaglia culturale che non risparmia nessuno. Chi si sente indenne perché ritiene che il suo rapporto con gli animali non rientri nelle mire del fondamentalismo animalista, si sta sbagliando di grosso perché si accorgerà ben presto che minate le fondamenta delle categorie più deboli ed isolate, la crociata animalista, con i suoi metodi violenti ed a volte terroristici, irromperà tra le fila degli altri uomini da annientare. Possiamo infatti notare come i metodi usati dalla religione animalista ed i “soldati” impiegati nelle loro battaglie, persone che il più delle volte non hanno mai avuto alcun rapporto con gli animali e pertanto non li conoscono, ci portino a pensare che l’azione viene compiuta non tanto per amore nei confronti degli animali, quanto per odio e voglia di prevaricazione nei confronti dell’uomo. Vincere una battaglia diventa così per l’uomo/animalista fonte di autostima a discapito di altri uomini esattamente come se la propria squadra di calcio vincesse un trofeo importante. Di questo triste dato di fatto se ne stanno accorgendo un po’ tutti. Ci sono categorie che conoscono l’odio animalista da molti anni ed hanno quindi capito l’importanza di combattere uniti questa battaglia culturale, mentre altre l’hanno appena “assaggiato”. E’ proprio a queste ultime categorie che rivolgo la domanda del titolo. Ho assistito in più occasioni, e molto probabilmente per istintivo spirito di difesa, una categoria che “impiega” animali, attaccare un’altra categoria che, in maniera diversa, ha rapporti con essi che sono ugualmente odiati dall’ideologia animalista. Ho letto comunicati di pescatori che nelle argomentazioni di difesa della propria passione non hanno resistito a non inserire la fatidica domanda agli animalisti: “perché ve la prendete con noi che possiamo liberare il pesce e non ve la prendete con i cacciatori che sparano agli animali?”. Con lo stesso spirito di sopravvivenza che contraddistingue queste “boutade”, ho letto di circensi che attaccano gli allevamenti intensivi e questi ultimi difendersi a loro volta affermando che lo fanno per l’economia e non per divertimento come accade al circo. Troppe volte ancora leggo che qualcuno si dichiara favorevole all’impiego di animali per la ricerca scientifica ed allo stesso tempo condanna tutto il resto. E’ necessario, ora più che mai, comprendere che delle nostre belle argomentazioni sull’impiego di animali, sul fatto che una cosa è giusta e quell’altra no (e spesso accade per la mancanza di conoscenza delle altre attività), ai nemici che odiano gli uomini, nulla importa e distrutta una categoria, passeranno alla successiva fino al completo annientamento della nostra cultura, in favore di un mondo stupido che avrà allora operato al totale distacco dalla natura. L’Effetto nimby, che sta per “not in my back yard (non nel mio cortile)”, è un processo umano, a volte anche comprensibile, che si riferisce principalmente alla costruzione di nuove opere pubbliche che trovano, seppur queste siano assolutamente necessarie, una forte opposizione dei cittadini solo perché sono direttamente interessati in quanto passerebbero sul loro giardino di casa. Non cadiamo quindi in un nimby culturale in cui presi troppo dal salvaguardare la nostra personale passione od attività, ci lasciamo andare a difese estreme, sacrificando gli altri e viceversa. E’ proprio nelle battaglie culturali che si rende necessaria una squadra di “stakeholder” focalizzando bene chi è amico e chi non lo è, chi può aiutarci a difendere anche la nostra categoria nonostante non ne sia partecipe e chi ha ben compreso che il fondamentalismo animalista sta andando ben oltre al semplice disaccordo su quel che facciamo ma che si impone sulla nostra cultura ed addirittura sul nostro modo di concepire l’esistenza.

Massimo Zaratin 

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Affetti da Nimby Culturale?

 

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Cari amici, condividiamo una bellissima pagina pubblicata il 18 Marzo 2014 sul'Eco di Bergamo, vi sono pubblicati articoli che riguardano la getione delle lepre.

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Gestione lepre

 

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